Lo Staff
04-12-23 19:15
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vincenzo56 Considerato che il Barletta calcio si regge ormai quasi esclusivamente sulla sottoscrizione massiccia degli abbinamenti e dei tanti sponsor, vorrei lanciare la proposta di intraprendere la strada dell'azionariato popolare che a Barletta, visto il crescente numero degli abbonati e sponsor potrebbe risultare davvero una intuizione aderente alla nostra realtà. E' vero che già in passato si era tentata questa strada invano, però oggi ritengo che possa essere rilanciata tale iniziativa poiché la città, la tifoseria è maturata tanto e le nuove leve giovani del tifo stanno crescendo e moltiplicandosi tanto da diventare un fenomeno sociale. Quindi chiedo a voi tutti ed in particolar modo a STAFF LUIGI un parere su questa eventuale iniziativa. Leggevo che una simile iniziativa è andata avanti con successo a L'AQUILA che ora milita in serie D. Forza biancorossi.
A integrazione della risposta precedente, avendo avuto un'esperienza nel 2014 in una specie di azionariato popolare adottato dall'ei fu "Barletta Club - I Biancorossi", posso tranquillamente affermare che sarebbe un qualcosa di molto difficile a queste latitudini. Entrare in una società calcistica ha le sue difficoltà e un azionariato va strutturato in maniera seria con persone competenti e che lavorino all'interno praticamente h24. Ogni azionista, ovvero ogni tifoso con la propria quota, potrebbe richiedere anche prestestuosamente controlli, verifiche, assemblee formalmente convocate per ogni atto deliberativo. Poi ci sarebbero tanti aspetti burocratici e associativi da studiare per benino. Secondo me il gioco non vale la candela, anche se un azionariato popolare si può impostare in tanti modi.
Alla fine quello che sta facendo l'attuale società è, per essere concreti, un azionariato popolare a tutti gli effetti perché si tiene su con i fondi derivati dalla sottoscrizione degli abbonamenti, dai contratti di sponsorizzazione e dal botteghino. Non lo è dal punto di vista formale ma se vogliamo essere pragmatici ci somiglia tantissimo.
Siccome la città permette, bisognerebbe ripetere la stessa iniziativa di quest'anno mettendo a capo della società una figura stimata e riconosciuta da tutta la tifoseria. Una figura adatta a gestire il tutto mostrando i conti con la massima trasparenza. Diciamo che per una serie D a vincere ci saremmo pure, mentre per una serie C servirebbe un patron vero con dei capitali propri. In C ci si fa veramente male e servono davvero tanti soldi. Vedasi a Brindisi che si sta ribaltando, non solo a livello sportivo dove in 16 partite di campionato ha perso 12 volte.
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